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Chiesa Parrocchiale S. Venanzo Vescovo

Chiesa San Venanzo
  • Dedicata a San Venanzo Vescovo di Luni (attuale Sarzana in provincia di La Spezia) e successivamente sembra anche di Tuficum è la chiesa più antica del castrum Alvacinae degli Ottoni. Nel XII secolo vennero ritrovate le spoglie del Santo in una nicchia all’interno della chiesa. L’ evento è ricordato da una lapide incisa su pietra.

  • Già nel primo cristianesimo esisteva una chiesa dedicata a Santa Maria de Plebe, come risulta da documenti dell’XI secolo e del 1370, e si suppone che in questa officiasse San Venanzo stesso, questo ci permette di far datare la primitiva chiesa al IV - V secolo. Risale invece all’ XI secolo la prima notizia della donazione della chiesa all'abbazia di San Vittore, la cui giurisdizione si estendeva fino a Cerreto e comprendeva anche Albacina, e sotto la quale rimase dal 1078 al 1256. Successivamente passò sotto la tutela di Valdicastro, di San Biagio di Fabriano e del suo vescovo dal 1785, anno della costituzione della diocesi di Fabriano – Matelica. Fu ricostruita nel 1415.

  • Uno degli elementi che rende la chiesa di interesse è la sua struttura verticale, in muratura portante, nonché la sua architettura interna e gli elementi decorativi, tutti concorrenti a determinarne l’unicità. L’edificio con pianta di forma irregolare, ad unica navata terminante con presbiterio rettangolare, presenta il fronte principale caratterizzato da una perfetta linearità, scandito verticalmente dalle due aperture d’ingresso e dalle finestre, poste secondo lo stesso asse. Da evidenziare che l'ingresso è posto sul lato lungo dell'edificio, mentre la facciata vera e propria si affaccia sul giardino della canonica. I due portali d’accesso presentano le medesime caratteristiche architettoniche, sono infatti inquadrati da una cornice in pietra bianca, inscritta tra due lesene di ordine dorico, su cui poggia un architrave con cornice a sbalzo. Al di sopra di essi sono visibili le aperture strombate con piattabanda a sesto ribassato. Una fascia basamentale collega i due portoni d’accesso.


















     

  • All'angolo tra la chiesa e la casa canonica, si eleva la torre campanaria medievale, in mattoni a vista, con due monofore destinate ad ospitare le campane. Ex colombaia dell'adiacente convento camaldolese. All'interno, il grande ambiente della navata è ritmato da una serie di lesene che incorniciano le arcate, sormontate da cornicione con fregio dipinto. Sulla porzione di parete superiore, al di sopra del cornicione, si aprono le finestre, contornate da fasce con motivi floreali. Sul lato sinistro della navata si aprono tre cappelle nella terza delle quali sono situati due dipinti di cui uno quattrocentesco su tavola attribuito al Maestro Giuliano Presutti (da Fano). mentre sul lato destro c'è una sola cappella adiacente alla sagrestia che custodisce un trittico su tavola attribuito al Maestro di Staffolo e un dipinto ottocentesco raffigurante la Sacra famiglia, di Leopoldo Battistini (da Jesi). Sia le cappelle che il presbiterio presentano le medesime caratteristiche architettoniche. Lo spessore delle pareti permette di ricavare delle nicchie con tele e sculture ospitate al loro interno. Nel 1452 Francesco di Gentile  completò un ciclo di affreschi purtroppo interamente scomparsi. L'altare maggiore presenta un dipinto di San Venanzo nei suoi abiti vescovili. La zona del presbiterio è separata dalla navata da un portale quadrangolare, sostenuto da una coppia di paraste che si disallineano dalle altre, tutto arricchito con pregevoli decorazioni. Sul lato opposto del presbiterio è presente la cantoria a ballatoio, sostenuta da due colonne, per l’alloggiamento dell’organo. Questo è opera del famoso organaro veneziano Gaetano Antonio Callido.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Trittico del maestro di staffolo

  • Il trittico conservato nella chiesa di San Venanzo è di autore ignoto. La tavola precedentemente attribuita dalla critica a Giacomo da Recanati viene avvicinata al Maestro di Staffolo da Antonino Santangelo nel 1947 e da Federico Zeri nel 1948 quindi dal Molajoli nel 1968 e dallo Zampetti nel 1969.























     

  • Nel dipinto, tempera su tavola di 145 x 122 cm, sono raffigurati nel pannello centrale la Madonna in trono con il bambino, ai lati San Venanzo e San Mariano, nella cuspide centrale Dio Padre benedicente e nelle  laterali l’Arcangelo Gabriele e l’Annunziata. Nella predella i dodici Apostoli. Nelle vele dei tre pannelli sono rappresentati i quattro cartigli identificativi dei profeti (Geremia, Daniele, Isaia, Ezechiele : “Geremiam Orientur stella e…Daniel. Cum…se…Isaia. Ecce virgo concipiet et partiet filium et…Ezechiel. Lapis…ab…”ma contrariamente alla tradizione, solo i due centrali sono retti dai rispettivi enunciatori mentre ai lati troviamo due sante in luogo delle sibille che spesso vengono affiancate alle figure profetiche (da “Il Maestro di Staffolo” Graziano Cicetti).
     

Organo Gaetano Antonio Callido
Trittico di Staffolo
Chiesa San Venanzo
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  • La tavola fu spedita a Firenze nel 1966 per un restauro ma venne gravemente danneggiata dall’alluvione avvenuta nello stesso anno. Il restauro seguito a tale evento ha permesso il recupero della cromaticità originale ma nulla si è potuto fare per le parti di colore distaccate. Il Parroco Don Angelo Mezzopera nel 1974 si adoperò per restituirlo al paese. Per quanto riguarda la collocazione temporale dell’opera vari critici, facendo riferimento allo stile dell’autore, la pongono nella sua prima maturità  “in virtù delle forti connessioni figurative con Gentile da Fabriano e coi fratelli Salimbeni da Sanseverino Marche” quindi nella prima metà del secolo XV°.
     

Trittico

La foto riproduce l’opera come poteva essere ammirata antecedentemente ai danni da essa subiti a seguito dell’alluvione di Firenze del 1966.

Chiesa di San Carlo Borromeo

Originariamente si chiamava S. Maria della Piazza. Fu fatta costruire nel 1762 da Don Carlo Carletti ed adibita a sede della Confraternita di S. Carlo. Vi è venerata l’immagine della Madonna del Buon Consiglio.

Chiesa San Carlo

Chiesa San Lazzaro (de Clusis)

Posta in località San Lazzaro vicino a Borgo Tufico. Costruita nel Sec. XIII originariamente era uno spedale per lebbrosi. L’ospedale fu chiuso alla fine del XV secolo e divenne proprietà dell’Ordine di S. Maurizio e Lazzaro. Sul finire del XIX Secolo passò ai Marchesi Serafini. Attualmente è proprietà privata. Nella domenica precedente a quella delle Palme si celebra la Festa di San Lazzaro.

Chiesa San Lazzaro
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